La presbiopia mi ha aperto gli occhi ad una nuova consapevolezza.
Non sai cosa sia la presbiopia? Ti aiuto io con wikipedia:
"La presbiopia, in un occhio emmetrope (non affetto da altri difetti visivi), si manifesta come difficoltà a mettere a fuoco da vicino: si ha difficoltà a leggere, a lavorare al computer, ecc. Questo avviene perché il livello di accomodazione disponibile è diventato insufficiente a garantire una buona messa a fuoco alle brevi distanze (entro i 25 cm).
Insorge per lo più tra i 40 e i 50 anni (a seconda degli individui) e, secondo diversi studi, è minore negli abitanti delle basse latitudini.[2] Fino a 65 anni circa il potere accomodativo continuerà a diminuire notevolmente, per poi stabilizzarsi (vedere grafico sotto)."
Come potrai aver capito, la presbiopia è l'anticamera della morte.
E' come avere un Savonarola che ogni volta che guardi il cellulare, che leggi un libro o che guardi il PC (quindi praticamente per gran parte della giornata) ti sussurra all'orecchio..."Ricordati che devi morire"...
Poi vabè, per il resto l'importante è guardarsi allo specchio il meno possibile e possibilmente senza occhiali...appunto.
Ma tornando a noi...dicevo...la presbiopia mi ha aperto gli occhi. Sì, perchè mi ha ricordato che il tempo passa...e non si può sempre rimandare!
Devi sapere infatti che sebbene questo sitarello sia fatto per lo più da foto, c'è anche una sezione dedicata alla musica, il mio primo grande amore.
E dato che il primo amore non si scorda mai, ed anche se io ho una pessima memoria (voi direte...per forza stai invecchiando! Eh no! ho SEMPRE avuto una pessima memoria!), non ho mai abbandonato del tutto la musica. Tanto che di recente erano nati persino dei nuovi grandissimi pezzi!!
L'incontro con @retearte_ poi mi ha ricordato che in effetti nella vita oltre alle foto (un matrimonio, due figli, un lavoro etc...) ho fatto anche musica e ha risvegliato in me la voglia di tornare a produrre.
Tu dirai...ma non sei un po' troppo vecchio per fare canzonette? Ehhh, ed è proprio qui che entra in gioco la presbiopia! La risposta ovviamente è sì, sono vecchio per fare canzonette, ma se non lo faccio ora non lo faccio più!
Quindi sono qui per lanciare la challenge del secolo: diventare una rock star prima del compimento dei miei 50 anni!
Ci rivediamo tra tre anni, e allora sì che mi chiederete l'autografo! No scusate, l'autografo è roba da vecchi...un selfie!!
Per intanto comincerò a pubblicare nei prossimi giorni l'unico pezzo che io abbia mai registrato in studio, che poi è anche il primo che io abbia mai scritto...Nothing to Fear!
Era circa ottobre del 2019, quando durante un momento di cazzeggio su Instagram mi sono imbattuto sul profilo di Ginevra.
Ginevra mi ha subito colpito per il suo viso particolare, che in realtà nelle sue foto quasi solo si intravvede.
Con poche speranza ho provato a contattarla tramite un DM, poche speranze perchè chi in genere accetta di fare uno shooting ha un profilo su cui magari già si mette un po' più in mostra.
Con mia grande gioia Ginevra mi ha risposto positivamente, e compatibilmente con i miei impegni familiari (a novembre ho passato quasi tutti i miei week end agli open day delle scuole elementari!!!), abbiamo concordato una data. Sta di fatto che ora per un motivo, ora per un altro, l'unico momento in cui siamo riusciti a trovarci è stato a Gennaio 2020!! Ma come avevo intuito, l'attesa ne è valsa la pena, a mio parere ne è uscito uno degli shooting più riusciti fino ad ora, e il riscontro di pubblico su instagram mi sta dando ragione!
Il percorso programmato era quello di trovarsi a Piazza Buonarroti, passare per Piazzale Giulio Cesare e arrivare a City Life. Ci siamo infatti trovati, dopo un paio di DM di assestamento, davanti a Domino's Pizza.
Ginevra era con Samuele, un suo amico, io ero da solo.
Ho saputo più tardi che Samuele quella notte aveva dormito per varie vicende da "vida loca" un paio d'ore.
A vent'anni, se un'amica mi avesse chiesto di accompagnarla ad uno shooting dopo avere dormito un paio d'ora le avrei tirato sicuramente pacco, a meno di non essere follemente innamorato di lei...ah dite che forse...!?!? chissà :-)
Samuele si è presentato mentre mangiava una bella fetta di pizza chimica, che mi ha ricordato i tempi di più di 20 anni fa quando andavo a mangiare quintali di pizza alla "Pizzeria Lariana"... lo facessi adesso avrei vita breve.
I primi scatti a Ginevra li abbiamo fatti in Piazza Buonarroti, e Ginevra era tutt'altro che rilassata:
Alla domanda se avesse mai posato ha risposto "avevo fatto qualcosa a scuola"...l'ho preso per un no.
Una delle ultime foto delle shooting invece è stata questa:
Alla fine dello shooting Ginevra era molto più a suo agio e anche la sua espressione è diversa.
Questa foto mi mette serenità perchè mi fa capire che anche Ginevra secondo me si è divertita.
Abbandonata Piazza Buonarroti ci siamo incamminati verso City Life.
Al tempo in cui avevo guardato il percorso, a novembre, il viale tra Buonarroti e Piazzale Giulio Cesare era probabilmente ricoperto da uno splendido foliage, ora c'era solo cemento.
Tuttavia il viale manteneva il suo fascino, la luce non era niente male, e abbiamo provato a fare i primi scatti.
Ginevra era ancora un po' imbarazzata ma era interessata a quel che stavamo facendo e assecondava i miei consigli (un po' confusi come al solito):
Ancora qualche passo e siamo arrivati ad una panchina, dove Samuele con la luce è stato fondamentale:
E' stato qui che ho notato un anello al dito difficile da non notare.
"Ho un problema", ha detto un po' imbarazzata Ginevra, togliendosi l'anello e scoprendo il tatuaggio sul dito indice. In un istante uno scorcio di adolescenza ha invaso la scena e per un attimo flash della mia stessa adolescenza sono rimbalzati nei miei ricordi. Quanto può dire un tatuaggio e quanto può dire il volerlo coprire. L'adolescenza è quasi sempre uno dei periodi più difficili da affrontare e a volte dei rilessi di quell'età ce li portiamo sempre dentro, e a volte anche fuori. A volte si fanno cose che poi quando ci si riguarda indietro il più delle volte ci si ride sopra, altre volte no, ma di queste ultime...soprassediamo.
Un adolescenza un po' travagliata è una buona base di partenza per affrontare le avversità della vita.
Quindi niente di cui vergognarsi cara Ginevra, il tuo tatuaggio è un trofeo di sopravvivenza, e più che nasconderlo lo coprirei magari con uno che ti piace di più.
Per fortuna che domani ho 44 anni.
Ancora un po' più avanti e siamo arrivati in Piazzale Giulio Cesare, dove sapevo che avrei trovato la fontana delle quattro stagioni, una fontana degli anni '20 restaurata rimessa in funzione con la riqualificazione di City Life.
Un posto magnifico che sicuramente sarà di nuovo in un futuro prossimo set dei miei scatti:
Qui Ginevra ha intuito le mie intenzioni, prefigurandosi lo scatto in bianco e nero. Great!
Era il momento tentare di fare qualcosa di più impegnativo:
Questi erano due degli scatti che avevo in mente di fare, e sono riusciti molto bene!
In genere gli scatti che mi prefiguro prima dello shooting, se c'è occasione di realizzarli, sono quelli che mi danno più soddisfazioni. Il più delle volte però la situazione richiede capacità di improvvisazione, che per fortuna non mi manca. Per la serie, no panic!!
L'oretta e mezza era passata, e anche il mio bagno di gioventù.
E' sempre bello passare del tempo con i ragazzi più giovani, parlare delle loro speranze per il futuro e dei loro progetti. Ginevra studia Filosofia (il mio senso pratico ogni volta che sento nominare questa facoltà va in ansia), Samuele invece vuole iscriversi ad una scuola per videomaker o qualcosa di simile.
Insomma è stato veramente un piacere ed entro quest'anno proverò a ricontattare entrambi per qualche altro scatto, sempre che Ginevra non sia diventata famosa nel frattempo!!
Ero in pausa pranzo, a mangiare una pizza al ristorante Vesuvio dalle parti di Bovisa. Una diavola, per l'esattezza...ottima!
L'argomento di discussione era il Milan, e io, come sempre quando si parla di calcio, più che altro ascoltavo.
Mi pare di aver capito che non è proprio l'anno del Milan, l'Inter se la cava e la Juve pure, giusto per tenere aggiornati anche voi miei numerosissimi lettori.
Ma ecco che tra un boccone ed un rigore non concesso mi arriva sul cellulare un messaggio da un numero sconosciuto che più o meno faceva così:"Ciao Paolo! Sono Martina C. un'amica di Chiara R. Volevo chiederti se fossi disponibile sabato per un servizio fotografico in via pingo pallino! Fammi sapere!".
Che detto così, potrebbe essere qualsiasi cosa, chiesi dunque maggiori informazioni:
"Si tratterebbe di un progetto universitario ispirato ad un magazine indipendente "Self Service". Se vuoi ti mando i moodboard per il posing e le luci."
Fiiiigo ho pensato, nonostante non avessi nessunissima idea di cosa fossero tali cosiddetti moodboard...
Finita la pizza e la discussione sul Milan...sulla via del ritorno decido di chiamare Martina.
Martina al telefono cerca di spiegarmi il contesto, anche se il ruolo che poi ho capito essere della stylist ho fatto un po' fatica a capirlo. La modella e la truccatrice sono facili, il fotografo pure...la stylist è un po' meno nelle mie corde...o meglio...era!
Per fortuna la pizzeria Vesuvio non è proprio a due passi, ed ho avuto il tempo di approfondire le necessità di Martina. In sintesi aveva bisogno di fotografare 8 outfit creati da lei prendendo ispirazione da alcune foto di Jurgen Teller, noto fotografo di moda tedesco (noto dopo aver cercato su google).
Ci sarebbero state lei nel ruolo di stylist, la modella, la truccatrice ed io nel ruolo di tale Jurgen Teller "de noi artri".
Assodato che il tutto poteva anche risolversi in un completo fallimento senza conseguenze penali, rimaniamo che lei mi avrebbe condiviso il cosiddetto moodboard, io ci avrei pensato su e sopratutto avrei chiesto un parere al "capo supremo".
Il moodboard si presentava così:
(il moodboard quindi si può tradurre per i non addetti ai lavori..."un paio di foto di esempio")
Tecnicamente nulla di impossibile per me e la mia attrezzatura.
La situazione sembrava interessante, ora dovevo sondare il terreno con il capo supremo.
In via teorica per il 2 novembre avevamo programmato una gitarella fuori porta, ma una febbriciattola di mio figlio maggiore e le previsioni di brutto tempo avevano messo tutto in dubbio.
Il responso fu "Se ti interessa per me va bene", che non era certo il temutissimo e malefico... "vedi tu"...
Confermando la mia presenza a Martina, l'orario proposto fu le 11.30, ovvero l'orario di arrivo della modella.
Ok che non sono del mestiere ma, tenuto conto del ritardo minimo che ogni modella ha per contratto, il tempo di truccarla e vestirla, prima delle 12.30 non si sarebbe di certo iniziato a scattare. A quell'ora è risaputo che Jurgen Teller si prende il tempo per mangiare qualcosa...propongo quindi a Martina un comodo 14.30 per l'arrivo del fotografo...
Martina rilancia per le 12.00, che mi faceva pensare che in programma non ci fosse nessuna intenzione di fare quella cosa che fanno i comuni mortali e che si chiama "mangiare"... Approfondendo la questione infatti ti l'intenzione era di mangiare dopo...va bene l'arte, ma a quel punto prenotai presso il ristorante "Dal Capo Supremo" un paio di panini e una bottiglia d'acqua...
L'abitazione era in Milano centro, io ero in leggero ritardo. In casa oltre a Martina c'erano i suoi nonni, la modella e la truccatrice.
Martina gentilissima mi accoglie sull' uscio e io mi posiziono in salotto per cominciare a montare i faretti e preparare la macchina fotografica.
Finito il da farsi, manco a dirlo comincio a sentire un certo languorino. Mi avventuro nei meandri della casa e trovata Martina in compagnia della modella e della MUA le dico che se non era un problema sarei andato di sotto a mangiarmi i miei panini. Uscito dalla casa con non poche difficoltà tecniche (le porte delle case di milano centro non hanno le maniglie) mi sono ritrovato nell'atrio del palazzo, di fronte ad un portone senza traccia di un pulsante per aprirlo. "Diamine" ho pensato "in milano centro non solo le porte non hanno le maniglie, ma anche i portoni non hanno il pulsante di apertura". La situazione ha richiesto l'intervento della padrona di casa che con un messaggio vocale mi spiega che "come è ovvio" avrei trovato il pulsante guardando il portone, tutto sulla destra. Mi butto quindi tutto sulla destra, e pigio l'unico bottone che trovo nei paraggi...il suono del bottone non era proprio quello di un portone che si apriva, ma piuttosto di un campanello che suonava...avevo suonato al vicino del pianterreno!!! Ops...non c'era neanche via di fuga...dopo qualche minuto una signora vestita da governante apre la porta, io nel frattempo mi ero defilato in un angolino sperando di essere diventato del colore della parete...quando i nostri sguardi si sono incrociati. Sebbene mi guardasse stranamente con sospetto, sembrava che avesse deciso di ignorarmi, alchè dato che ormai il danno era fatto, rompo il silenzio e le chiedo "scusi, mi saprebbe indicare come si apre il portone?"...credo che mi abbia preso, a ragion veduta, per uno svitato, e non troppo gentilmente mi ha indicato un minuscolo pulsante che di poco sporgeva dall'infisso del portone...
Il tempo di mangiare con calma i miei panini e il messaggio di Martina mi dice che 5 minuti e sarebbero state pronte.
Ritornato in salotto, un magnifico salottino illuminato dalla luce proveniente da un ampia porta finestra, anche i nonni di Martina avevano finito di mangiare, e leggevano il giornale in tranquillità.
Persone estremamente cordiali e di estrema eleganza, si sono ritrovati a intrattenersi con me tra un outfit e l'altro. Una conversazione piacevole che mi ha permesso di intravedere nelle loro vite parentesi non comuni.
Se io ho intravisto in loro un passato non comune, di certo loro hanno riconosciuto in me i miei quarant'anni vissuti in provincia ("la grazia o il tedio a morte del vivere in provincia")
Ma ecco arrivare il primo outfit, da fare in camera da letto:
Su questo primo outfit ho proposto di sfruttare la meravigliosa luce del salotto per scattare la prima foto che vedete nell' articolo... mi piace!
Per il resto Martina mi diceva cosa aveva in mente, e io posizionavo le luci, un occhio alla composizione e scattavo.
Le necessità di Martina erano ben descritte dal moodboard che si è rivelato molto utile, soprattutto per capire il tipo di illuminazione della scena.
Così si sono susseguiti tutti gli gli altri sette outfit, di cui riporto qualche esempio:
Tutto è andato in maniera piuttosto liscia e l'intesa era piuttosto buona, la sensazione era che stessimo centrando l'obiettivo!
Fino a quando, inaspettatamente, ecco che mi si propone una scena di nudo artistico...
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scherzo! questa era per stimolare la fantasia di James che non è venuto per altri impegni da week end lungo. Grande occasione persa mio caro James!
Attorno alle 15.30 il lavoro era compiuto, ed effettivamente l'unico che aveva mangiato ero io...
come sospettavo...le stylist non mangiano!!
In realtà hanno tutti mangiato dopo, ma la mia resa ne avrebbe troppo risentito...
Grazie Martina e compagnia, è stata veramente una esperienza nuova e intessante. Sicuramente da rifare!
Io sabato prossimo avrò il prossimo shooting...ci sono le premesse per fare qualcosa di speciale!!
Prima dell'inizio di quest' anno per me instagram era un semi sconosciuto.
Un po' come ancora lo sono twitter, pinterest e compagnia.
Per me, e come molti secondo me della mia generazione, il social per eccellenza era facebook.
Di instagram avevo l'account con qualche foto postata, ma nulla più.
Ho creato ai tempi l'account e...”OK”, mi sono detto, “posto una foto e poi?”... tanto ho già faccialibro.
Ho cominciato a cambiare idea a gennaio di quest' anno, quando dopo anni di passione fotografica senza direzione, passati cercando invano di fare ritratti a mia moglie che ogni volta dice “ma io che odio farmi fare le foto dovevo proprio sposarmi uno invasato di fotografia!?” ed i miei figli che cominciavano anche loro a dare segni di inquietudine alla vista di un obiettivo, ho deciso di darmi una botta di vita e partecipare ad uno Workshop di Ritratto.
Forse questa cosa l'ho già scritta, ma tanto il blog è mio e scrivo quello che mi pare.
Durante lo workshop ho notato che in effetti la parola Instagram era piuttosto ricorrente, sopratutto tra le modelle e i ragazzetti.
Account instagram di qua, account instagram di là...e mi sono detto: i ragazzetti usano instagram.
Cosa poi confermata da mia nipote 17enne...”facebook è per vecchi”... già....
Al che mi sono detto... “devo capire come funziona”...
In effetti qualcosa in più ora ci capisco, e per quello che voglio fare io è un mezzo veramente potente.
Facebook è un sistema chiuso bene o male sul proprio giro di amicizie. Instagram, forse perchè meno invasivo, facilita il contatto e la condivisione.
L'uso dei tag amplifica poi ancora di più, anche se non molto, l'esposizione a chi potrebbe interessare un certo argomento ma che magari non è tra i tuoi followers.
Se si parla di instagram non si può non parlare di influencer.
Ho sentito per la prima volta questa parola se non sbaglio alla radio qualche anno fa, quando Elisabetta Canalis (sì, proprio lei) in un intervista aveva detto che uno dei suoi obiettivi era “diventare influencer”. Mi è rimasto impresso perchè mi sono chiesto cosa diamine volesse dire.
Ebbene...ora posso dire di averne conosciuta una: Cecilia Scuratti!! Che dall'alto dei suoi 65k followers si potrà ben definire influencer!
Non so bene come io sia capitato sul profilo di Cecilia, però la prima cosa che ho pensato è stata: beh, viste le foto del profilo, meritava di più, fotograficamente parlando...ed è proprio il commento che ho fatto ad un suo post!
Su questo commento Cecilia mi ha contattato, e da lì ci siamo accordati per un sabato pomeriggio.
In generale preferisco trovarmi la mattina, ma Cecilia alla mattina lavora in Ospedale.
Il luogo dell' incontro era in Piazza Duomo.
Il mio intento in realtà era provare a continuare il “lavoro” nello stile che avevo iniziato con Beatrice, con le foto in stile Borsa Italiana:
L'obiettivo era fare foto in Piazza Duomo, poi al Teatro alla Scala, e poi a Brera.
Quando io e Lorenzo siamo arrivati in piazza Duomo non ci potevamo credere. Ok che era sabato pomeriggio, ma la quantità di persone presenti era veramente incredibile, la piazza era stracolma di persone!
Mi sono guardato in giro, doveva esserci qualcosa, non poteva essere altrimenti...infatti, sopra un palco che data la quantità di gente avevo fatto persino fatica a vedere, chi ti vedo? Rullo di tamburi....Salvini! di cui abbiamo una diapositiva...
Mi pareva chiaro che non sarebbe stato semplice fare degli scatti in Piazza, ma non sono certo uno che si arrende facilmente.
Ma ecco che mentre tentiamo qualche scatto nell'unico angolo un po' libero della piazza comparire il venditore di rose, che secondo me è sempre lo stesso che mi segue in ogni mio shooting...
Chiaramente per convincerlo a non perseguitarci ho dovuto comprargli la rosa...
Qui è successo ciò che non mi sarei mai aspettato, una follower di Cecilia l'ha riconosciuta...come fosse una vera star!...è stato particolare.
Visto il trambusto abbiamo deciso di spostarci, ed ecco che la situazione comincia un po' a girare in positivo ed arrivano i primi scatti decenti...
Mentre scattavo la foto soprastante è successa una cosa veramente incredibile, ho incontrato Beatrice "The Ice Girl!"!! Visto che è statistica dovrei chiedere a mia moglie quale fosse la probabilità di incontrarla in tutta Milano in mezzo a quel marasma...roba da "Ai confini della Realtà"...per chi se lo ricorda.
Comunque era destino, ci dovremo rivedere per completare l'opera che ho in mente riguardo Milano, anche perchè in questa situazione era praticamente impossibile.
Nota: Beatrice non ha sorriso, ma è stata molto simpatica.
Nel nostro spostamento verso il Teatro alla Scala ho avuto occasione di parlare con Cecilia e un paio di suoi amici venuti a vedere cosa combinavamo.
Naturalmente le ho fatto domande riguardo il suo "status" di Influencer, su come sia riuscita ad avere così tanti followers e se questa cosa le condizioni la vita o meno.
I suoi argomenti hanno puntato sul fatto di apparire come lei realmente è, una persona semplice, senza troppi artifizi.
Devo darle atto che in effetti è così: Cecilia non se la tira per nulla, è socievole e a dirla tutta pure un pizzico timida. Dalla sua parte c'è di sicuro che è una persona molto intelligente, conosce i suoi limiti e i suoi punti di forza e come valorizzarli. Il suo account instagram riflette tutto ciò ed anche il suo piccolo successo personale. Una vera business woman!! Un successo tutto meritato.
Non se ne è parlato direttamente, ma con i suoi post mi sembra di capire che ci guadagni, dato che sponsorizza prodotti di marchi noti. E visto il suo impegno, secondo me arrotonda bene...e come darle torto!
L'unico che non ci guadagna nulla indovinate chi è? Mai e poi mai penserò di fare della fotografia il mio lavoro, date le mie capacità di vendermi...farei sicuramente la fame.
Arrivati al Teatro alla Scala speravo ci fosse meno gente...pura illusione.
Anzi, abbiamo trovato pure un addio al celibato, e Cecilia ha confermato la sua simpatia.
Nella piazza del Teatro alla Scala ho visto una piazzetta con delle panchine, perfetta per il tipo di foto che cercava Cecilia:
Parlando con Cecilia infatti ho capito di che tipo di foto avesse bisogno: soprattutto qualcosa che valorizzasse l'outfit! Situazione per me nuova, dato che fino ad ora il mio obiettivo era sempre stato fare delle "belle foto". Non che non fosse ancora il mio obiettivo, ma per la prima volta si inseriva una nuova variabile da considerare.
Abbandonato il Teatro alla Scala ci siamo diretti verso Brera, con Cecilia che ovviamente ci faceva da guida.
Qui è venuto il momento del cambio outfit. Incredibile come le modelle riescano a cambiarsi in qualsiasi luogo o situazione senza dare nell' occhio...più o meno.
Qui ho voluto testare luce e composizione usando Lorenzo come cavia:
Ma ecco che dietro Lorenzo (non proprio in forma, ma che si sta rimettendo in sesto) ho notato comparire a forte velocità qualcosa di interessante, ma che il mio occhio clinico non si è lasciato sfuggire...
Vi ricordo che lavoro solo in manuale, datemi atto della velocità d'azione in questo frangente...grazie.
Ecco che Cecilia compare con il suo secondo outfit...il vestitino verde le calzava proprio bene, e in quel momento ho capito i suoi 65 mila followers...
Il tempo di fare qualche altro scatto e la luce è definitivamente calata.
Io e Lorenzo siamo tornati verso Cadorna, e per un attimo abbiamo anche pensato di prendercela comoda e farci un meritato aperitivo...ma ecco puntualissima la chiamata della mia dolce mogliettina richiamarci all'ordine..."Tornate a casa che la cena è pronta!".
Domenica prossima sarà la volta del prossimo shooting, non vi dico con chi...è una sorpresa!
"Bonjour, je serai à Milan de Vendredì a Lundì. Je voudrais savoir si une collaboration serai possible?"
Ecco, immaginatevi di essere al lavoro, davanti alla macchinetta del caffè, con 3/4 del cervello che ancora non connette e ricevere un messaggio di questo tipo...
Lì sul momento ho pensato al solito messaggio di spam, ho preso il caffè e sono andato a cercare di accendere il cervello.
E' stato solo un po' più tardi, quando il caffè ha cominciato a fare effetto, che ho ripreso in mano il cellulare e letto meglio...il messaggio non era il solito spam, controllando l'utenza era proprio reale...
........zzzzzz.......
........zzzzzzz.......8-o...............
miii! non ci potevo creeeeedere!! una vera modella di Parigi veniva a Milano e mi chiedeva delle foooooto....a meeeeee!!! a meee?!?!
E allora a quel punto, permettetemelo di dirlo, un'ondata di orgoglio e di autostima mi ha riempito il petto e bevendo l'ultimo sorso di caffè (ormai freddo) mi sono detto..."eh...allora ha ragione la mia mamma, ma allora sono proprio bravo!".
Da lì a pochi secondi un piccolo grande dubbio mi attanaglia: "ma aspetta un attimo, ma questa che tipo di collaboration intende?", e con molta professionalità ho risposto: "You mean a shooting right?"...ripensandoci, se fossi stato in lei avrei bloccato subito la mia utenza.
Notare che ho risposto in inglese, dato che l'ultima volta che ho usato il francese è stato più o meno 20 anni fa per dire "tres jolie" ad una francesina niente male sulla spiaggia di Calella davanti ad un fuoco e una chitarra...altri tempi... com'è andata a finire? W la France!
Lo ammetto, per le francesi ho sempre avuto un certo debole.
Non per niente mia moglie credo che sia la ragazza italiana più francese che io abbia mai conosciuto e che non a caso parla pure un ottimo francese. Quando mia moglie accenna qualche parola in francese ho la stessa reazione che aveva Gomez con Morticia Addams...e infatti evita accuratamente.
Ma torniamo a noi. Giusto per peggiorare la situazione (ovviamente il mio ultimo messaggio non ha avuto risposta), un secondo dubbio attanaglia la mia mente offuscata dai fumi chimici del caffè freddo della macchinetta..."ma non è che questa vuole essere pagata!?!"... e di getto scrivo: "I have no money OK?", che poi è la triste verità.
Non fosse stata francese probabilmente sarebbe già partita la denuncia per molestie. Invece, con la classe ed eleganza di una nobildonna di Paris, la comunicazione è andata avanti come nulla fosse, e nei giorni successivi siamo riusciti ad accordarci per giorno, ora dello shooting, outfit e location!
Avevo stabilito il luogo dell' incontro in Piazza Cadorna.
Emma era in ritardo, aspetto James e decidiamo di andare a prendere uno Spritz, al solito da Pattini e Marinoni. Per me Spritz col Campari. Da Pattini e Marinoni preferisco fare colazione, ma anche lo spritz non è male, e poi avevo una fame!
Nel bel mezzo di questa botta di vita (non mi capita spesso oramai di uscire a fare l' aperitivo, diciamo che con due bimbi a casa che mi aspettano ho altre priorità), ecco che Emma mi avvisa che è all'uscita della metropolitana.
Lascio James a finire il suo Spritz e le sue pizzette (e pure le mie) e vado all'uscita del metro...ma Emma non c'è...dopo qualche giro della piazza ho capito che era sì all'uscita del metro...dall'altra parte della piazza!
Recuperata Emma e con James che nel frattempo ci aveva raggiunto, ci dirigiamo verso il parco Sempione.
Comincio a parlare con Emma in inglese, ma Emma non parla inglese, o meglio, parla inglese più o meno quanto io parlo francese...
A quel punto la cosa si fa un po' più complicata, ma raschio il mio francese dalla memoria di lungo termine, che invecchiando dicono che migliori, e ho sfoggiato un mix di francese-inglese-italiano
James ad un certo punto ha tirato fuori dal cilindro una fantomatica App dal suo cellulare che traduceva quasi in simultanea quel che scrivevi, quasi perchè in simultanea lo faceva a pagamento, altrimenti dovevi attendere ogni volta la pubblicità...non era proprio comodo.
Emma è proprio tres jolie ma non essendo più 20 anni fa sulla spiagga a Calella, mi sono astenuto.
Una ragazza dall' aspetto evidentemente molto francese, affabile, gentile, semplice nei modi.
Insomma averci a che fare è stato un vero piacere, tanto più che era evidente avesse molta esperienza nel posing, il che ha reso tutto molto più semplice.
Arrivati al parco la luce era spettacolare, e questa volta avevo portato il riflettore, senza di cui sarei stato rovinato. Ecco che James è salito in cattedra e ha sfoggiato una luce riflessa con esperienza e competenza.
Le prime foto al parco sono tra le mie preferite:
La luce del sole posteriore e laterale riempita al lato opposto dal riflettore ha creato una luce che cercavo.
Qui ho utilizzato la stessa tecnica, ma il riflettore era impostato sulla parte in colore oro.
Le altre foto le trovate in galleria.
Emma vuole fare la modella professionista e organizzare eventi.
Non so bene quest' ultima cosa cosa significhi di preciso (sempre che io abbia capito giusto!), ma le auguro di realizzare i suoi progetti!
A dir la verità il percorso di questo shooting era destinato ad un'altra modella, che poi mi ha gentilmente tirato pacco adducendo un malessere giusto la sera prima...per carità, ci può anche stare.
Preso il contatto con Beatrice tramite il mio Social Media Manager di fiducia, tanto di fiducia che ora è già desaparecido più che mai, e ancora più stupito del suo interesse verso le mie foto, ho deciso di riciclare l' idea.
A dirla proprio tutta, l'idea della location non è proprio esattamente mia, ma del mio pusher di idee Antonello. Antonello è un ex collega conosciuto ere fa con cui ogni tanto ancora mi sento.
Non ci si vede mai, ma ogni tanto ci si sente, con naturalezza, sulle questioni più disparate.
E' un contatto come alcuni altri che ha resistito per affinità elettive, rimanendo impigliato nel setaccio del tempo, mentre tanto del resto veniva semplicemente dimenticato.
A dirla proprio tutta tutta, c'è anche il fatto che il dito medio di Cattelan, su cui vi invito a documentarvi, corrispondeva perfettamente al mio mood del momento, e per contro, le colonne di San Lorenzo (altro luogo suggerito dal mitico Antonello) erano da Piazza Affari facilmente raggiungibili.
Ad accompagnarmi in questa nuova avventura questa volta con me c'era Lorenzo, di cui vi allego una diapositiva:
Un giorno, o miei numerosissimi lettori, vi parlerò un po' più approfonditamente di Lorenzo Tarantino, un grandissimo artista e chitarrista che il mondo prima o poi riconoscerà come tale, spero per lui non post-mortem.
Dopo un'ottima colazione da "Pattini e Marinoni", bar da me molto apprezzato, alle 9.30 eravamo puntualissimi in Piazza Affari, e dopo pochi minuti è arrivata anche la nostra modella: Beatrice.
Beatrice è Siberiana, di un paese talmente lontano che non riesco neanche a pronunciarne il nome, e non vorrei dire stupidaggini, ma credo che stia al confine con l'Alaska. Insomma ci siamo capiti.
Beatrice sebbene apparentemente rispecchi un po' il tipo della donna dell' Est, in realtà è piuttosto socievole. Durante le tre ore dello shooting l'ho vista accennare un sorriso per ben 2 volte.
A parte gli scherzi è molto simpatica e ci ha raccontato un po' di sè. Pattinare sul ghiaccio è quel che la rende felice. E' ragazza immagine del "Just Cavalli" (luogo per me totalmente sconosciuto, tanto che lì per lì ho pensato allo stilista) e fa la PR, portando gente facendo cose, insomma, c'ho capito poco.
Pur essendo da soli due anni a Milano, (ha girato altri 4 o 5 stati europei!), parla un ottimo italiano. Io credo che per arrivare a parlare il russo come lei parla l'italiano ci metterei una decina d'anni.
Ha deciso di stabilirsi qui, ma non pensa neanche lontanamente a cose tipo matrimonio o ancor di meno a figli, e la sua giovinezza non può certo darle torto.
Beatrice ha già posato altre volte ed è una modella esperta, e si è visto da subito. Dalle mie foto pubblicate ha colto lo stile, e dalle location ha dedotto l'outfit.
Da subito mi ha dato l'impressione di avere bene in mente cosa io avessi in mente, e a volte sono io che ho intuito che tipo di foto avesse in mente lei. Insomma, il vero Art Director di questo shooting è sicuramente lei, o per lo meno di certo vuole la sua parte.
Lei si metteva in posa,e io non dovevo dare altro che scattare, tanto che se in genere i primi scatti di uno shooting sono da scartare, questa volta i primi scatti sono risultati forse i migliori:
Avete notato per caso come la luce in queste foto sia piuttosto dura e ci sia un forte stacco tra ombra e luci, cosa che amplifica il senso di provocazione che già il dito di Cattelan suscita di per sè.
Le malelingue vedranno in questa, che è sicuramente una scelta stilistica del fotografo, in realtà la dimenticanza del pannello riflettente dello stesso...gnè gnè gnè, bla bla bla
In effetti ho dimenticato a casa il pannello riflettente, ma comunque, a dispetto di tutte le malelingue della terra (a cui dedico il dito medio), non l 'avrei utlizzato...tiè!
Da notare secondo me l'ultima foto, fatta con un 24 mm 2.8. I puristi del ritratto storceranno il naso, argomentando che i ritratti si fanno dall'85mm in su...Sarà, ma quest'ultima foto mi pare tra le più riuscite.
A noi artisti piace infrangere le regole...
Da Piazza Affari ci siamo spostati verso le Colonne di San Lorenzo, o meglio, abbiamo chiesto a Beatrice di portarci là, dato che non avevamo nessuna idea della strada da percorrere.
Durante il tragitto Beatrice mi ha detto la maggior parte delle cose che già vi ho riferito, ma tra queste anche un apprezzamento al mio "stile naturale" nei ritratti.
Riconoscere uno stile ad un fotografo è uno dei più grandi complimenti che si possano fare.
Ci sono fotografi che sono riconoscibili da una loro foto, perchè hanno uno stile netto e distinto costruito negli anni. Io non sono certo uno di questi, ma chissà, forse sono nella giusta direzione!
Inconsapevolmente Beatrice mi ha reso orgoglioso per qualche istante.
Ecco che sulla destra di una via che non so quale fosse comparire una magnifica piazzetta con un sacco di ombre...
e poco più avanti un palo accattivante:
Abbandonato il palo, The Bea si sistema i capelli...
Ed eccoci finalmente alle colonne.
Il caldo era già soffocante e il sole molto alto che dava una luce terrificante.
Per sopravvivenza ci siamo diretti verso l'ombra di un muro tutto disegnato di murales:
E lì vicino una panchina ha ospitato la splendida figura di Beatrice:
Ma ecco che è arrivato il momento principe dello shooting, ovvero quando la modella e il fotografo raggiungono il massimo della sincronia e dell' intesa, e gli scatti arrivano da soli.
E' sugli scalini della chiesa che secondo me abbiamo fatto gli scatti migliori, almeno per me:
Questo è senza dubbio tra i miei preferiti.
Oramai si era fatta una certa ed era anche l'ora di tornare a casa (la mia dolce mogliettina diventa una belva se sgarro con l'orario...), comincio quindi a sistemare i miei arnesi.
Rialzo la testa e vedo Lorenzo con una espressione un po' inebetita...Beatrice si era cambiata in pochi attimi e si era messa un vestitino bianco tutto attillato che effettivamente le donava parecchio.
A quel punto anche la mia mascella è caduta inebetita...ma come darle torto!
Per fortuna durante lo shooting l' abbigliamento era diverso, anche se vi posso assicurare che mentre scatto devo pensare a talmente tante cose che l'ultimo mio pensiero è il notare l'eventuale scosciamento della modella. Non ci credete? Giuro che è così.
Lorenzo durante lo shooting ha più tempo di me...e a volte lo bacchetto perchè si incanta anche un po'..."Lorenzo...la luce!!"
Dopo i saluti e asciugata la bava (tranquilli, mia moglie non leggerà mai questo articolo) il prossimo passo era arrivare il prima possibile in Cadorna.
Chiaramente nè io nè Lorenzo avevamo la minima idea di quale fosse la strada da intraprendere... e udite udite...la localizzazione del cellulare era impazzita.
Avete presente Totò e Peppino a Milano? Ecco, uguale! Non so come ma in qualche modo ce la siamo cavata, anche se Cristoforo Colombo se la sarebbe risa parecchio alle affermazioni del tipo "Guarda, il Duomo deve essere sicuramente da quella parte, quindi secondo me si deve andare di là..." puntualmente smentite dai fatti.
Insomma qualche girotondo in più l'abbiamo fatto, ma alla fine eravamo comunque puntualissimi al pranzo!!
Che dire, grazie dell' attenzione e alla prossima!
Dato che ultimamente James è in vena di complimenti (deve farsi perdonare il suo ultimo pacco in nome dell' amore), e dice che scrivo articoli "veramente coinvolgenti", per dispetto questa volta scriverò l'articolo più noioso e borioso che voi abbiate mai letto.
Intanto comincerò col condividervi la canzone di Guccini più triste e noiosa che io abbia mai ascoltato:
E mentre Rita Pavone allieta la mia serata rovinando le canzoni di Woodstock vi tedierò con una domanda tecnica: come ho fatto secondo voi a scattare questa foto:
tutto sommato ottimamente illuminata senza alcun tipo di illuminazione artificiale? e sopratutto, PERCHE' non ho usato nessun tipo di illuminazione artificiale? Sebbene sia un grande fan di Terrence Malick non sono certo bravo, e neanche snob, quanto lui.
Prima di dirvi il "come", vi dirò il perchè.
L'appuntamento con Arianna era alle 18.30 in Piazza Gae Aulenti. Alle 18.00 ero già diretto verso il luogo dell' incontro, ed ecco che mi sincero che l'aspirante tecnico luci occasionale sia anche lui sulla strada...e non ci crederete...ebbene sì, viviamo in un mondo di bidonari...un altro pacco mezz'ora prima dello shooting!
[Dannazione ma che voce aveva Janis Joplin?!?
E quanto era giovane Santana??!?]
Bene, preso atto di vivere in un mondo di gay bidonari (senza offese per i gay di cui ho massimo rispetto) arrivo in Piazza Gae Aulenti.
A quell' ora la piazza era piena di gente e il sole era ancora un po' troppo alto.
C'era gente più o meno di ogni età e di ogni genere, persone che tornavano dal lavoro e giovani che facevano l'aperitivo, e poi c'eravamo io e Arianna che giocavamo a fare io il fotografo e lei la modella.
Arianna è una studentessa dello IULM molto attiva. Ama viaggiare e se ho capito bene oltre a studiare collabora con la radio dell' università, e le piace anche cantare!
In sostanza ha una vita, ama la sua vita e la riempie delle cose che le piace fare.
Dannazione JAMES! impara! molla i giochini del telefono, alza lo sguardo, guardati intorno e muovi le tue pedine per diana! Questo è quel che ho sempre cercato di fare anche io, e che continuerò a fare finchè ne avrò le forze. Amare la vita e vivere ogni minuto del proprio tempo nel modo migliore è sempre stata la mia filosofia, e se mi guardo indietro non ho rimpianti.
Vivete la vostra vita al vostro meglio e non avrete rimpianti... Peace and Love!
Ora vivere il mio tempo nel modo migliore è dedicare quello che mi resta dopo il lavoro ai miei figli... e una mezza giornata al mese per la fotografia ovviamente! ;-)
Più o meno è questo il succo del discorso che nonostante il poco tempo a disposizione abbiamo avuto io e Arianna.
E a proposito di shooting, cosa dire del faretto fantasma!?!?
Se andate a Milano in Piazza Gae Aulenti alle 18.30 una sera di Giugno troverete che i palazzi attorno riflettono meravigliosamente la luce del sole, trasformandosi in enormi pannelli rilfettenti!
A quel punto non ho dovuto fare altro che suggerire ad Arianna di posizionarsi in modo che i rilessi la illuminassero nel modo corretto...e scattare!
Tutto ciò, abbinato al fatto che montassi al momento uno Zenith Helios 44-2 55 F2 ha prodotto dei giochi di luce particolari:
Le altre foto più interessanti le ho scattate con il solito Summicron 90 F2, in controluce.
Questa volta l' assenza del faretto si fa sentire, ma ho cercato di compensare in post produzione:
Trovate le altre foto come al solito nella galleria di Arianna.
Il prossimo 6 luglio mi troverò con The._.Bea in Piazza Affari...ne vedrete delle belle!
A presto!
[Ma quanto era giovane Joe Cocker?!?!
Così a prima vista Woodstock mi sembra sia stato il concerto di bianchi figli di papà che scimmiottano la musica dei neri...a parte poche eccezioni. Ma, è tardi, sicuramente mi sto sbagliando]
Cosa porta 500.000 Alpini tutti gli anni al loro raduno in una citta italiana? Se ne potrebbe parlare, ma a dire il vero non lo so.
Eppure nel marzo del 2019, quando io e Linda abbiamo stabilito la data dello shooting, certo non immaginavamo che stavamo scegliendo proprio la data del raduno degli Alpini a Milano!
Il risultato fu...Alpini ovunque!
Alpini alticci spuntavano come funghi dappertutto, ed evitarli nelle inquadrature è stata un'impresa, a volte impossibile:
Ma andiamo per ordine.
La suspence ed il pathos per questo shooting sono iniziati addirittura il giorno prima, quando James ha scoperto di avere la casa libera nel week end.
Quando si vive con i genitori avere la casa libera è un evento raro da sfruttare al massimo, e quindi nonostante lo scarso preavviso, il pacco era totalmente giustificato.
Indagando tra i miei amici per la posizione di esperto tecnico luci, non è stato difficile trovare un sostituto una volta descritta la mansione...
Ma ecco che, una volta accordatomi con il grandissimo Lorenzo,...è arrivato il messaggio di James che diceva che la tipa gli aveva dato buca...too late mio caro James, sarà per la prossima volta!
Il punto di ritrovo era alla Darsena di Milano, il bar che sta proprio sulla riva.
Questo il mio messaggio a Linda una volta arrivato, testuali parole: "Se sono in darsena sono al posto giusto secondo me".
Ogni volta che giro per Milano mi sento sempre un po' come il "ragazzo di campagna".
Il cappuccio e brioche era mediocre, e se devo essere sincero, mi aspettavo qualcosa in più anche dalla darsena, forse me la immaginavo più verde e meno "colata di cemento".
Finita la colazione, ecco che tutto era pronto per lo shooting.
Dalle foto del profilo di Linda avevo intuito che la sua estetica richiedeva focali corte, al contrario di Malika, per cui le foto migliori erano quelle con il 180 2.8.
Non so se l'ho letto da qualche parte o è frutto della mia immaginazione, ma secondo me ogni viso ha la sua focale.
Questa è una foto di Linda frontale con il 180 2.8:
La focale 180 appiattisce e schiaccia, per un viso rotondo come quello di Linda non è l'ideale a mio parere, almeno non per foto frontali.
All' estremo opposto ho usato il 35:
Le focali più corte allungano il viso e per Linda erano a mio parere più congeniali, ed infatti le foto fatte dal 100 in giù sono le migliori.
Dal canto suo Linda ha subito messo in gioco la sua esperienza, che nonostante la giovane età è stata subito evidente. Io non avevo grandi idee da mettere in pista, e tutto sommato la sua proattività mi faceva anche comodo.
Ecco i primi scatti col 100 2.8:
Diciamo che già in condizioni normali a fare uno street shooting non è che passi inosservato.
Figuriamoci il giorno della adunata degli Alpini...
Lui aveva visioni mistiche...
Non poteva mancare la consegna della bottiglia e foto annessa:
Come vedete è stato uno shooting abbastanza impegnativo... :-)
Tra una calata di alpini e l'altra riuscivamo anche a fare qualche scatto serio:
Una volta lasciata la darsena ci siamo diretti verso il fiorista più vicino...volevo comprare qualche fiore per introdurre un elemento, per quanto banale, almeno un po' diverso.
Siamo quindi capitati in questo baracchino di uno straniero, su per giù pachistano, al quale chiesi 5 rose bianche e 2 rosse.
Il ragazzo mi ha risposto con delle frasi che a me e Lorenzo erano incomprensibili, tra le quali potevo cogliere qualche numero.
Mi parve di cogliere ad un certo punto un 17... io allarmato l'ho subito fermato ed ho ripetuto i miei due numeri...5 bianche e 2 rosse!!
Siamo andati avanti per un po', quando tra i numeri intervallati da frasi in una lingua sconosciuta riconobbi una serie decrescente...stavo involontariamente contrattando il prezzo al ribasso!
Ad un certo punto, non so come, il ragazzo si è fermato, ha detto una cosa del tipo "7 rose 13 euro e mezzo". E io... "OOKKKK"!!!
Non so quanto costi una rosa a Milano, ma mi è sembrato un prezzo accettabile, e non avrei di certo cominciato a contrattare volontariamente.
La confezione delle rose era abbastanza misera ma non volevo certo riprendere un discorso che non so dove sarebbe potuto andare a parare.
Con i fiori l'unica foto decente a mio parere è questa, fatta con il 35 da una prospettiva rialzata e ravvicinata:
Sembra che questa sia anche una foto che Linda proprio non gradisce.
Il problema è la focale 35, che a quella distanza introduce parecchia distorsione prospettica, e Linda probabilmente non si vede bella. Per la cronaca la foto non piace neanche a mia moglie. A me piace.
Le altre foto dello shooting le potete vedere nella galleria dedicata a Linda.
Linda ha un sogno nel cassetto: diventare un' attrice. Quando l' ha detto quasi se ne vergognava.
Eppure alla sua età il più grande delitto che si possa fare a se stessi è privarsi dei propri sogni, per quanto difficilmente realizzabili essi siano, in nome di un senso della realtà o di un pragmatismo che dovrebbe appartenere a ben altre età (tipo la mia).
Coltivare i propri sogni e le proprie passioni è quasi un dovere verso se stessi, soprattutto a 18 anni, quando tutto è ancora possibile.
I sogni della mia adolescenza sono ancora le mie passioni di oggi che ho 43 anni. Se penso a quanto mi hanno dato e mi stanno dando la musica e la fotografia, non posso che raccomandare a Linda di coltivare i propri sogni.
Poi a posteriori è chiaro che se non avessi studiato ingegneria a quest' ora più che coltivare le mie passioni sarei a coltivare, anzi, a raccogliere pomodori...nel migliore dei casi!
Per fortuna ho coltivato anche la mia passione per l'informatica e il sogno di diventare ingegnere!
Dubito che tra la trentina di contatti mensili (di cui la maggior parte presumo casuali) di questo sitarello ci sia anche mia moglie.
E dato che neanche mia suocera frequenta questo sconosciuto internet lo posso confessare: il giorno dello shooting ho comprato una nuova ottica.
Ad essere sincero la vera novità è stato l' acquisto (ovviamente aggratis) di un aiuto per le luci!
L'aiuto per le luci è un ragazzetto di soprannome "James". Quando gli ho proposto la cosa ha accettato con grande entusiasmo. La sua motivazione ufficiale è imparare qualcosa dal sottoscritto sulla fotografia, il mio sospetto è che la motivazione risieda più che altro sui soggetti dei miei ultimi shooting... :-)
Insomma più che essere interessato alla fotografia credo sia interessato alle modelle.
Tornando a noi, la nuova ottica era chiaramente un occasione ed un affare imperdibile: un leica r elmarit 180 2.8 dell'87 (ottima annata) che tenevo d'occhio su ebay da un bel po' di tempo (forte anche del fatto che della stessa serie elmarit 2.8 ho il 135, pesante come un mattone ma dalla resa strepitosa).
Non potevo perdermi l'occasione di averlo ad almeno un 30% in meno del costo usuale e di poterlo ritirare a Milano!
L' appuntamento con Malika era alla stazione di Cadorna, ed anche con il mio foto-pusher!
Io e James eravamo puntualissimi, Malika è arrivata con qualche minuto di ritardo...ma il foto-pusher era desaparecido...
Dopo 15 minuti di disagio decidiamo di cominciare ad avviarci.
A dir la verità mentre aspettavo avevo colto un paio di punti alla stazione fotograficamente interessanti, e qui ho portato Malika.
Fatti un paio di scatti con il summicron 90 ecco comparire come d'incanto il foto-pusher con il 180.
Quale occasione migliore di verificare l'obiettivo se non direttamente sul campo?
Ecco che mi allontano un po' da Malika, mentre scatto una folata di vento smuove i bellissimi capelli di Malika...ed ecco il primo scatto con il nuovo gioiellino:
Capirete che non potevo certo lasciarmelo scappare...
Pagato il pusher e ritirata la roba (uno dei miei migliori acquisti di sempre), io e la mia giovane compagnia ci siamo diretti verso il Parco Sempione, rigorosamente seguendo google maps, da buoni millennials.
Non ho faticato molto a trovare un posto papabile, anche perchè la mia unica necessità era avere una panchina con del verde intorno, in questo caso il destino forniva nel pacchetto anche un magnifico albero fiorito di viola.
La luce era praticamente perfetta. Per fare ritratti con c'è niente di meglio di una giornata nuvolosa.
Dato che avevo montato il 180, ho continuato a scattare con quello, sempre a tutta apertura:
Malika di primo acchito mi aveva dato l'impressione di essere timida, ma davanti all' obiettivo era perfettamente a suo agio.
Di poche parole, ha sempre capito all'istante cosa avessi in mente, e questo ha facilitato molto la sessione, che è stata subito molto rilassata.
Dopo i primi scatti di riscaldamento, ho provato a realizzare qualcosa di più impegnativo che avevo in mente di fare.
Ne sono venuti fuori i seguenti scatti, il primo col summicron 35 a F2:
Gli altri con il summicron 90 sempre a F2:
Anche James se l'è cavata benissimo, con poche indicazioni ha svolto il suo ruolo alla perfezione.
Ottimo acquisto!
Gli altri scatti un po' particolari degni di nota sono i seguenti:
Gli scatti sono stati presi in due momenti diversi della stessa "giravolta" di Malika.
Come forse sapete i miei obiettivi non hanno autofocus.
Per riuscire a realizzarli ho dovuto chiudere fino a F4 il diaframma del mio Summicron 90 e tenere i tempi piuttosto alti, credo attorno a 1/2000.
Anche in questo frangente Malika è stata bravissima e ha seguito le mie indicazioni con grande disinvoltura.
Tutto sommato credo che si sia anche divertita.
Gli altri scatti dello shooting li potete vedere nell'album dedicato a Malika.
Sulla via di casa mi sono imbattuto in questa scena che mi perdonino i soggetti non ho potuto non riprendere:
Ogni volta che la guardo mi si stringe il cuore, nessuna buona notizia può portare ad un abbraccio simile.
Arrivato in stazione mi si presenta invece una scena a dir poco meravigliosa.
Alcuni writer disegnavano sui muri di Bovisa con le loro bombolette spray.
Il tempo era poco (avevo promesso alla mia dolce mogliettina che sarei tornato per pranzo), ma potevo forse non fare qualche scatto?
Li ho fatti un po' di fretta e si vede:
Ma ho dato i loro i miei contatti.
Se mi contatteranno andrò certo a fargli degli scatti fatti meglio.
Ho il sospetto però che James non sarà presente..vedremo! ;-)
A dire il vero non ne sospettavo neanche l'esistenza, per lo meno non di questo tipo.
Lo scopo era quello di imparare ad usare le luci flash. Gli organizzatori dell' associazione Ikona, a cui sono iscritto, mettevano a disposizione attrezzatura, modelle e location! Ghiotta occasione per imparare qualcosa di nuovo da non perdere!
La giornata era perfetta, nuvolosa ma con luce sufficiente almeno per un paio d'ore, e la location incredibile: Palazzo Borromeo a Cesano Maderno! Tempo pochi minuti e tutti i partecipanti sono arrivati, non nascondo che ero un po' emozionato, non sapendo bene cosa sarebbe successo.
Tutto si è svolto in realtà con molta naturalezza e siamo entrati a Palazzo.
Non ero mai entrato ma solo l'aver avuto l'occasione di visitare tale meraviglia è valso il biglietto.
Palazzo ottocentesco tipico ma tenuto perfettamente, anche perchè abitato fino a poco tempo prima.
Il programma prevedeva che le sessioni si sarebbero svolte per metà all' aperto e metà al chiuso, ma la pioggia ci ha costretto a ripiegare sulla Loggia del Palazzo.
Ripiegato si fa per dire... la Loggia sembra essere fatta apposta per i fotografi fa matrimonio, e non per niente è molto usata allo scopo!
Di seguito la vista dalla loggia...
Dopo le prime spiegazioni tecniche sull'uso del fash, ecco arrivare Lina, la modella. Vestito meraviglioso e fiori in mano, poteva in effetti essere presa per una dama dell' ottocento (detto tra parentesi, adoro i romanzi dell' ottocento, quelli con dame, carrozze, cavalli e cavalieri).
Mi metto un po' da parte e aspetto il mio turno per utilizzare l' attrezzatura.
Intatto decido di fare qualche scatto di prova.
Con me avevo i miei amati Leitz: 50 e 90 summicron F2, 135 elmarit 2.8 e sua maestà il 100 APO 2.8 Macro. Non avevo con me le focali più corte perchè immaginavo di non potermi avvicinare più di tanto alle modelle.
Opto per il 90, imposto l' apertura a F2, e dopo i primi scatti capisco che la questione è seria...
Lina bravissima, ogni posa ed espressione più che una foto è un film da girare. Secondo me una tale padronanza della propria espressività è un dono naturale o il frutto di studi di teatro.
La resa del summicron a TA (Total Aperture) è per me pura poesia. Certo è questione di gusti, ma è ha questa apertura che questo obiettivo esprime il suo carattere che non ha nulla a che vedere con l' estrema nitidezza e iper-contrasto tanto ricercate nelle ottiche moderne.
Una breve magnifica parentesi col 100 2.8 Macro a F4. La focale è simile, ma la resa è piuttosto differente:
E non potevo certo dimenticarmi del 135, la focale da ritratto per antonomasia:
E un paio di ritratti stretti con il 100 a 2.8...
Nel frattempo è arrivato il mio momento per utilizzare l' attrezzatura...ma vi risparmio i risultati!!!
Una cosa che mi ha veramente stupito è l'eccezionale resa dello stabilizzatore della mia Sony A7II.
Mi ha permesso di scattare a 1/50 e 1/30 con medio i tele conservando uno scatto assolutamente lavorabile.
Anche della messa a fuoco non posso certo lamentarmi. In una situazione non proprio comoda il Focus Magnifier mi ha per messo di portare a casa tantissimi scatti accettabilmente a fuoco nonostante in tutti i miei obiettivi la messa a fuoco sia solo manuale!
Conosco Mattia oramai da molti anni. Conoscere una persona influenza l'idea che hai nel ritrarlo. E l'idea che avevo in mente era ben definita. Avevo in mente ogni foto, una dietro l'altra. Le luci ed il mood erano già pianificati, un po' sul mio solito foglio Excel, un po' nella mia testa. Ma un evento ha cambiato d'improvviso il prosequio dello shooting...
Avevo con me la mia Sony A7II e la maggiorparte delle mie fidate ottiche: lo zuiko 24 2.8 (non avevo ancora il Leitz), gli immancabili Leitz 35,50,90 f2 Summicron e 135 Elmarit, i takumar 50 1.4 e l'incredibile 85 1.8.
Come luci uno Yognuo 600 a led e una freddissima lampada da esterno che volevo utilzzare come luce posteriore.
Avevo portato anche un treppiede. Arrivati in casa di Mattia mi accorsi con disappunto di averlo lasciato in macchina. Dopo qualche attimo di indecisione, ho deciso di tornare indietro alla macchina a prenderlo!
Per fortuna Mattia è una persona paziente, il piccolo ritardo non avrebbe compromesso la sessione, e il treppiede era assolutamente indispensabile!
Avevo in mente, per cominciare, di fare qualche foto in bianco e nero. La mia prima scelta è andata quindi sul Takumar 50 1.4 SMC, che non so perchè, ma nelle conversioni in B/N rende in maniera speciale...almeno per me!
Mattia, essendo pianista ed essendo a casa sua, ha deciso che la sessione sarebbe stata accompagnata dalle musiche di Tori Amos...ecco che parte Cornflake Girl...ed ecco che parte lo shooting...
Arriva il momento di dare spazio alle foto che avevo pianificato di fare, era il momento della scala!
La mia intenzione era di sfocare molto di più le mani, ma questo è il massimo che sono riuscito a fare.
Non è stato per nulla facile focheggiare manualmente sopra alla scala a bracce tese sopra il pianoforte...che diavolo mi è venuto in mente? :-)
Ma ecco che una chiamata al cellulare interrompe lo shooting, è evidente che la telefonata era attesa, e le emozioni in gioco sono forti...
Sembra proprio che l'amore sia entrato prepotentemente all'interno dello shooting, da questo momento in poi il mood intimistico lascia spazio a ben altri motivi...
Un tentativo mal riuscito di rientrare negli schemi prestabiliti...
ma oramai la storia da raccontare era un'altra...
Non avete notato nulla?
Il takumar 50 1.4 è rimasto attaccato per tutta la sessione, mai cambiata ottica!
Pur essendo un'ottica del 1977 mi sembra che abbia ancora qualcosa da dire.